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L'arte marziale più famosa al mondo

Il karate è forse l'arte marziale giapponese più famosa e diffusa degli ultimi tempi. Essa prevede l'utilizzo di tecniche, sia di braccia sia di gamba: pugni calci, gomitate, ginocchiate e tecniche a mano aperta. E' costituito da un combattimento a mani nude contro un avversario anch'egli a mani nude o armato. L'elaborazione delle tecniche ha avuto perciò come obiettivo principale la ricerca dei colpi più efficaci per l'attacco. Gli attacchi più utilizzati sono i colpi di pugno e di piede; a questi si aggiungono colpi portati a mani aperte in diverse posizioni, colpi di gomito, di testa, di ginocchio. Tecniche di parata diversificate sono state elaborate in risposta ai diversi tipi di attacco. Esse sono completate da tecniche di immobilizzazione, di proiezione e dall'utilizzo di diversi oggetti: armi, bastoni e arnesi tradizionali degli agricoltori e dei pescatori.

Il karategi, ovvero la divisa usata dal karateka, ha un tessuto molto leggero: è composta da una giacca di cotone bianco e da pantaloni tubolari anch'essi bianchi, dalla cintura (obi), diversa a seconda del grado, ed è completata dalle ciabatte (zoori). Le cinture, corrispondenti ciascuna a un grado, sono, in ordine crescente: bianca, gialla, arancione, verde, blu, marrone e nera. La cintura nera comprende a sua volta 10 gradi in ordine crescente, detti dan.

Il karate è nato nell'isola di Okinawa, probabilmente derivando (con molte successive trasformazioni) dall'arte marziale cinese kung-fu, che si diffuse sull'isola del Giappone meridionale nel xv secolo, introdotta da immigrati o da naviganti che nei loro viaggi avevano appreso tecniche di combattimento cinesi.

Insegnante: Monia Misuraca


Accademia Sport Trapani